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7. Modalità di verifica e valutazione

La modalità di valutazione, ai sensi del D.L. 62/2017, ha accolto alcune modifiche in termini di valutazione del processo formativo e dei risultati di apprendimento degli alunni; la valutazione concorre al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo degli alunni, documenta lo sviluppo dell’identità personale e promuove l’autovalutazione in relazione all’acquisizione di conoscenze, abilità e competenzeè una parte essenziale del processo educativo. Essa “precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, verifica quelle condotte a termine”. Non è assolutamente sanzionatoria, né classificatoria ma comunicazione del livello di prestazione dell’alunno e dei suoi progressi.

Nel contempo assume anche una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo. Ha anche la funzione di promuovere modalità riflessive sull’organizzazione dell’offerta educativa e didattica della scuola e dei processi dell’organizzazione, ai fini del suo continuo miglioramento, anche attraverso dati valutativi esterni. Anche il documento di valutazione periodico e finale ha recepito, pertanto, tali modifiche descrivendo I processi formativi in termini di progressi nello sviluppo culturale, personale e sociale e sottolineando il livello globale di sviluppo degli apprendimenti conseguito.

Pertanto, il voto espresso, formulato nelle verifiche programmate e/o nelle  osservazioni sistematiche, relativo alle abilità acquisite e evidenziate nei compiti/attività svolti dagli alunni assume il suo significato all’interno del percorso personale dell’alunno, evidenziando nella positività o meno del voto numerico i punti di forza e le lacune e la possibilità di recupero e o di potenziamento delle fragilità emerse.

La certificazione delle competenze, consegnata agli alunni di classe quinta della scuola primaria e agli alunni della secondaria alla fine del primo ciclo , (se hanno superato l’esame) attesta il livello delle competenze sviluppate durante il percorso scolastico. La certificazione delle competenze è ormai a regime anche nella scuola italiana e costituisce un radicale cambiamento per i modi e le forme della  valutazione poichè modifica alle radici l’idea di sapere e di apprendimento. L’idea di apprendimento non è circoscritta al solo possesso del sapere disciplinare ma si allarga alla capacità di mettere in relazione questi saperi con dei contesti d’azione. Competenza è fronteggiare una serie di compiti mettendo in moto le proprie risorse interne, cognitive, affettive, gli atteggiamenti definiti quali disposizioni della mente nonchè le risorse esterne e qui risiede il valore situato della competenza , il contesto in cui essa si manifestaLa valutazione è una parte essenziale del processo educativo. Essa “precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, verifica quelle condotte a termine” (Indicazioni Nazionali 2012). Non è assolutamente sanzionatoria, né classificatoria ma comunicazione del livello di prestazione dell’alunno e dei suoi progressi.

 

Nel contempo assume anche una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo. Ha anche la funzione di promuovere modalità riflessive sull’organizzazione dell’offerta educativa e didattica della scuola e dei processi dell’organizzazione, ai fini del suo continuo miglioramento, anche attraverso dati valutativi esterni.

La valutazione dell’attività didattica è articolata, nella scuola del primo ciclo, secondo tre fasi:

Valutazione iniziale

Ha una funzione diagnostica in quanto serve ad accertare i bisogni cognitivi, le conoscenze e le competenze raggiunte dall’alunno. Mira anche a conoscere i fattori che possono influenzare il percorso educativo (ambiente socio-familiare, attitudini, interessi, difficoltà cognitive/di apprendimento, potenzialità). Sulla base delle situazioni riscontrate il docente orienterà la progettazione delle UDA (accertamento dei prerequisiti).

Valutazione intermedia /Valutazione per l’apprendimento

Ha una funzione formativa, controlla i progressi degli alunni e il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e monitora la progettazione del docente comportando una riflessione autovalutativa dello stesso.

Valutazione finale/Valutazione dell’apprendimento

E’ collegiale e sommativa in quanto attribuisce ai singoli alunni una valutazione complessiva che va riferita agli obiettivi di apprendimento e/o ai traguardi per lo sviluppo delle competenze alla fine della scuola primaria e secondaria di primo grado.

La valutazione dell’alunno trova la sua sintesi nel DOCUMENTO DI VALUTAZIONE periodico e finale consegnato alle famiglie.

Parallelamente alla valutazione espressa dalle insegnanti, è diventata obbligatoria da alcuni anni la pratica valutativa offerta dall’Istituto Nazionale per la Valutazione ovvero l’INVALSI.

L’INVALSI effettua verifiche periodiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa dell’Istituzione Scolastica. Tali prove vengono effettuate nelle classi seconde e quinte della scuola primaria e al terzo anno della scuola secondaria di primo grado. Le discipline sottoposte a verifiche sono Italiano e Matematica e Inglese (quest’ultima solo per le classi quinte della primaria e le classi terze secondaria).

Tali rilevazioni sono necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole, ovvero della potenzialità insita nella scuola e nelle sue pratiche di offrire agli alunni un effettivo potenziamento didatticoeducativo rispetto alle personali situazioni socio-economiche culturali di partenza.

Progettate per la valutazione del sistema dell’istruzione nazionale possono costituire un elemento molto efficace inserite nel processo di autovalutazione dell’insegnamento. La comparazione dei risultati delle proprie classi o della propria istituzione scolastica con gli esiti complessivi delle prove, interpretati alla luce della conoscenza del contesto specifico in cui la propria scuola opera può servire per individuare i punti di forza o debolezza del percorso effettivamente realizzato in classe. Data l’oggettività e l’uniformità delle prove su tutto il territorio nazionale, a meno di situazioni di cheating, esse costituiscono l’unico metro di confronto nazionale uguale per tutti.

Una parentesi esplicativa importante merita la funzione della valutazione nella scuola dell’infanzia dove questa ha prettamente un obiettivo formativo e mai sommativo. Il processo di valutazione, nei bambini della scuola dell’infanzia, non mira ad attestare un giudizio delle loro prestazioni ma il suo fine è di esplorazione e di incoraggiamento delle potenzialità degli alunni. Consequenzialmente i traguardi per lo sviluppo delle competenze, nella scuola dell’infanzia, non sono prescrittivi, come accade per la scuola del primo ciclo, ma rimangono riferimenti ineludibili per orientare e creare piste di lavoro, organizzare le esperienze e promuovere le competenze che, in questa fase di crescita, devono essere intese in modo globale. Alla fine dei tre anni di scuola dell’infanzia, alcune delle competenze di base dovrebbero, ragionevolmente, essere sviluppate.

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